I terzieri e il ghetto ebraico
Il borgo di Santa Fiora è diviso in 3 terzieri: Castello, borgo e Montecatino.
Il terziere del castello è la parte più antica del paese dove si trovano i resti degli edifici e delle fortificazioni Aldobrandesche, è caratterizzato da una grande piazza dominata dalla torre trecentesca e dal Palazzo Sforza. In questo terziere si trova la preziosa Pieve romanica dedicata alle Sante Flora e Lucilla, un vero e proprio museo dove sono conservate le terrecotte robbiane.
Il terziere del borgo fu per molto anni la parte più popolata del paese e quella dove maggiormente trovarono collocazione botteghe di artigiani e attività commerciali legate all’agricoltura e alla trasformazione dei prodotti agricoli. Per entrare nel cuore di questo terziere si prosegue su via Carolina, che offre notevoli visuali panoramiche sulla peschiera e sul Monte Labbro.
Proseguendo su via delle Scalette e imboccando via delle Monache possiamo
raggiungere il Convento delle Clarisse e la chiesa di Santa Chiara dove si trova il crocefisso miracoloso quattrocentesco, molto venerato dalla popolazione locale.
Possiamo trovare anche via Lunga dove tra il ‘500 e il ’700 risiedeva una comunità ebraica che porta il nome di ‘’Piazza del ghetto’’: a Santa Fiora gli Ebrei godevano di una particolare carta di privilegi che garantiva loro di praticare il culto (avevano una Sinagoga con Schola) e di osservare le principali festività religiose.
Per via Lunga o per la parallela via degli Orti, si giunge a Piazza del Borgo che offre un bel panorama sulla struttura del centro storico soprastante e su originali loggiati che si aprono nei pressi, come la Loggia del liscio, da cui si scende verso la campagna fino al corso del fiume Fiora. Si prosegue per Piazza S. Agostino, dove, agli inizi del 1300 nacque il Convento degli Agostiniani: nella Piazza di Sant’Agostino si celebrava un tempo la festività di san Nicola da Tolentino, un santo agostiniano a cui si attribuivano poteri contro la peste, invocato nella stagione che precede quella dei raccolti autunnali, per esorcizzare e allontanare gli eventuali spiriti maligni. La festa era caratterizzata dall’accensione di una carboniera e dal volo della capra: un canape collegava le ripe sovrastanti con la torre campanaria della chiesa, la capra, veniva lanciata lungo le canape e se moriva se ne traevano buoni auspici per il raccolto; l’evento veniva celebrato il 10 settembre e veniva a coincidere con il capodanno ebraico.
Il terziere di Montecatino: il nome di questo terziere deriva da Catino ossia il luogo dove raccogliere le acque, infatti proprio qui si trova la peschiera costruita nel XVI secolo per raccogliere l’acqua delle sorgenti del fiume Fiora. Grazie alla peschiera luogo diventò molto popolare per fabbriche e mulini che utilizzavano l’energia idraulica per svolgere le loro attività. Attaccata alla peschiera si trova la Chiesa della Madonna della Neve con un pavimento coperto da pannelli di vetro che permettono di poter guardare sotto i piedi la sorgente del Fiora. All’interno di questa chiesa troviamo degli affreschi di Francesco Nasini. In questa zona di Santa Fiora possiamo trovare il Sasso della Fata, ossia un grosso sasso legato ad una leggenda: si narra che il sasso sia l’anima pietrificata di una donna anziana, morta per aver dovuto sopportare le sofferenze del mondo.